Foppe, l'alpe dei fiori

Un angolo di paradiso in Valchiavenna, ad un'ora di cammino da Fraciscio



Pochi sanno che, ad un’ora di cammino da Fraciscio, qualcuno ha dato corpo ad un sogno; l’Alpe delle Foppe. Se amate luoghi antichi e solitari, allora una visita alle “Foppe“ è d’obbligo. L’escursione può iniziare a piedi dal parcheggio presso il cimitero di Fraciscio oppure più facilmente da Motta con un semplice traverso a mezza costa in 30 minuti.

L'itinerario per l'Alpe delle Foppe

Dalla Casa Alpina di Motta è visibile a sud la pista pianeggiante che taglia i prati lungo la sponda occidentale del pizzo Groppera, la percorriamo sino ad un bivio dove teniamo la destra in discesa. In breve incrociamo la ciclabile recentemente realizzata che arriva da Fraciscio e poco oltre, dopo un breve tratto nel bosco, eccoci nella bella e ordinata radura ove sorgono le baite dell’alpe.
  • La nuova ciclabile che da Fraciscio conduce a Motta e alle Foppe
  • Motta, Madonnina,Groppera e la consorziale che da Motta conduce alle Foppe

Salendo da Fraciscio, lasciato il parcheggio, camminiamo in via delle Soste sino ad incontrare la palina segnavia e la stradina che volge a sinistra. In sostanza andiamo a percorrere la comoda pista ciclabile che, con una lunga serie di tornanti su pendenze a volte piuttosto impegnative, si snoda attraverso un magnifico bosco di larici e abeti.

Godendo di spettacolari vedute, quando il bosco dirada, sul pizzo Stella, la valle della Rabbiosa, il Calcagnolo e le più lontane cime delle Alpi Lepontine, raggiungiamo in un’ora circa il sentiero che viene da Motta. Lo seguiamo svoltando a destra per raggiungere le Foppe. Il bosco dirada e lo sguardo può abbracciare la radura e le vette circostanti.

L'Alpe delle Foppe: che incanto!

Eccoci all'Alpe delle Foppe, l’alpe perfetta! I prati d’intorno ben rasati, un ordinato orticello, una moltitudine di coloratissimi fiori che adornano alcune baite finemente ristrutturate. Nell’aria un gradevole aroma di legna che arde si confonde con il profumo del fieno sotto il sole, la risata argentina di una bimba, un’ascia che batte sul ceppo, tutto concorre ad evocare il piacere della quiete e ritmi di vita ormai appartenenti al passato.

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