Club Alpino Italiano
Sezione Valtellinese

La Montagna a Casa

Alpinismo, natura e storie di vita



Il Club Alpino italiano in collaborazione con Sondrio Festival, Parco Nazionale dello Stelvio e il Museo della Montagna di Torino propone la rassegna di documentari e film online La Montagna a Casa.
Obiettivo è portare la montagna in casa degli appassionati e di coloro che voglio lasciarsi incuriosire da questo mondo così vario. I film vengono proposti la sera alle 21.00 e in replica il giorno successivo alle 17.30.
Nel palinsesto, le cui uscite vengono comunicate settimanalmente, trovano spazio anche contenuti dedicati alla Valtellina, alle sue montagne e ai suoi uomini. Per maggiori informazioni sulla programmazione visitare il sito del Cai e i profili social.

Sabato 11 aprile è stato pubblicato il documentario dedicato ai Pasquali di Bormio (ancora visibile sul sito di Alpinia); tributo invece sempre online quello a Luigi Bombardieri con “Solo in volo” di Luca Maspes (Italia, 2018, 31 min), messo in programma grazie alla collaborazione con la Fondazione Luigi Bombardieri (fondazione nata nel 1957 a seguito della scomparsa di Luigi Bombardieri, con lo scopo di “educare i giovani alla Montagna”).

Ma chi era Luigi Bombardieri?

Possiamo considerarlo un valtellinese di adozione, perché nato a Milano nel 1900 si trasferisce a Sondrio nel 1921 quando inizia a lavorare per la sede di Sondrio della Banca d’Italia, una vita lavorativa legata al mondo bancario (lavorerà poi sempre a Sondrio per la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde) e il tempo libero legato alle montagne. Dal 1923 al 1938 svolge la sua attività alpinistica più impegnativa, non solo tra le montagne della Valmalenco ma anche con alcune salite e traversate nelle Retiche e nelle Orobie e con un paio di uscite nelle Dolomiti e nella zona del Cervino, diventando così uno degli alpinisti valtellinesi più rappresentativi della propria epoca.
Nel Cai fu consigliere della Sezione Valtellinese dal 1924, vicepresidente dal 1933 e presidente dal 1937 al 1946, rimase poi nel consiglio e si prese a cuore l’ampliamento della capanna Marinelli, che dopo la sua morte venne intitolata anche a suo nome.
Grazie alla sua esperienza elabora idee innovative per l’alpinismo e la frequentazione dell’alta quota, idee che trovano piena espressione nell’intuizione del ruolo che l’elicottero avrebbe potuto avere nei soccorsi in montagna; è proprio nel tentativo di sperimentare questa intuizione che nel 1957 Bombardieri muore in un incidente in elicottero, precipitando mentre cercava di raggiungere il rifugio Marinelli.

Solo in volo: “Le buone idee sopravvivono ai loro padri”

Intorno a questa visione ruota il documentario “Solo in volo”, dedicato alla figura di Luigi Bombardieri nella prima parte e a Maurizio Folini nella seconda. Folini, guida alpina e pilota di elicotteri, ha saputo applicare la stessa idea di Bombardieri al Nepal, sulle montagne più alte del mondo, riuscendo a soccorrere alpinisti in quota e aiutando la popolazione dopo il terremoto del 2015. L’opera di Folini continua ancora oggi nelle attività di insegnamento delle tecniche di elisoccorso ai futuri piloti che opereranno in Himalaya, sulla spinta dei valori di Bombardieri da trasmettere ai giovani: la montagna come scuola di carattere, di onestà, di solidarietà umana e di amore per la natura.

Domenica 19 aprile ore 21.00: Sulle tracce della Salamandra (replica lunedì h 17.30)

Siamo sempre in Valmalenco, ma il contesto è quello delle miniere, realtà che hanno fortemente caratterizzato la storia di questa parte di Valtellina; il film narra la storia di uomini e donne impiegati fin da giovanissimi nell’attività di estrazione dell’amianto. Attraverso i racconti di un ex cavatore si ripercorrono gli antichi sentieri che portavano alle miniere, fin nel cuore della montagna, alla riscoperta dei giacimenti di questo minerale chiamato nel medioevo “Lana di Salamandra”.
Anche qui troviamo la figura di un valtellinese che ha lasciato un forte segno nella comunità, stavolta però nelle retrovie come sceneggiatore. Parliamo di Flaminio Benetti, scomparso nel 2018; grande appassionato di montagna, per anni figura di riferimento nel CAI locale e nazionale. È stato Presidente dello SCI CAI, consigliere della Sezione Valtellinese del CAI di Sondrio, diventandone Presidente dal 2011 al 2017, dopo aver ricoperto per due mandati dal 2004 al 2010 la carica di Consigliere Centrale. Ingegnere con grande passione per la vita e l’impegno civile, si era lasciato ammaliare dalla bellezza dei minerali della Valmalenco, creandosi nel tempo una piccola collezione ricca di quarzi, aragoniti e cristalli di demantoidi.

In questi documentari, in modo più o meno esplicito, troviamo quindi storie di uomini che si intrecciano con la montagna, figura che hanno visto in essa un mondo da vivere e rispettare nella sua interezza, trasmettendoci anche in questi giorni messaggi da custodire per quando finalmente potremo nuovamente camminare sui sentieri.

Post correlati