Passeggiate in montagna: il trekking delle leggende

Una camminata in Valle Spluga sulle tracce di una leggenda tra pascoli e alpeggi da riscoprire



La Valle Spluga è protagonista di diverse leggende tramandate dai nostri avi: storie di spiriti, di streghe, di diavoli e di anime erranti che nel passato terrorizzavano gli abitanti della montagna. Spesso nomi inquietanti che ancora oggi mettono i brividi, come Saàs del Diaùl, Zoca della Stria, mót dai Mòrt venivano attribuiti, con funzione ammonitrice, a luoghi che nascondevano insidie e pericoli. I vecchi raccomandavano di non metter piede in quei posti infestati da creature ultraterrene che avrebbero cercato di uccidere il malcapitato. Lo stesso avveniva per alcuni vecchi edifici pericolanti circondati da un alone di mistero, oppure per gli alpeggi che dopo la chiusura della stagione del pascolo diventavano dominio degli spiriti, i confinät.
Sulle tracce di una delle numerose leggende raccolte nel mio libro Quando gli spiriti abitavano ai Mortée consiglio un’interessante e poco conosciuta escursione che ha come meta Servizio, un vecchio insediamento rurale a 1566 m di quota sul versante lepontino della Valle Spluga, ormai abbandonato da decenni, che sorge nel mezzo di un pascolo circondato da una folta abetaia e attraversato da un ruscello.
Servizio conserva un fascino speciale grazie ai suoi vecchi carden, tipici edifici in legno usati sia come abitazioni che come fienili, con un basamento in sasso che fungeva da ricovero per il bestiame o da cantina, in questo caso refrigerata dal ruscello, dove si depositava il latte munto in ampie conche di rame, in attesa di essere lavorato per ottenere la magnóchja, un formaggio semigrasso locale a media stagionatura.
Questo maggengo veniva usato nel passato come tappa intermedia dove far pascolare i bovini prima di condurli al soprastante alpeggio Alpe Servizio (1953 m).
Tutti gli anni, al Kalénd de Sgiügn, era uso, e lo è ancora adesso, portare le mucche sugli alpeggi dove potevano pascolare liberamente e l'erba profumata faceva loro produrre latte migliore. Poi, entro l'undici di settembre, si scendeva con mucche e masserizie nelle case giù a valle per trascorrervi l’inverno, stando bene attenti a non dimenticare niente nelle baite, perché dopo quella data gli alpeggi diventavano dominio dei Confinät.
I montanari ne avevano paura e se proprio dovevano tornarci, per controllare la stagionatura delle forme di magnóchja fatte d’estate, ci andavano in pieno giorno perché ogni ombra poteva nascondere un trapassato e con gli Spiriti non si scherza.

La leggenda ambientata a Servizio narra di una sfida lanciata durante una serata in osteria fra gli avventori di Prestone: si trattava di salire in una notte autunnale fino a Servizio e rubare uno sgabello da una baita, dimora degli spiriti dei confinät. La posta in gioco era una cavra móta, cioè una capra senza corna che un giovane coraggioso riuscì a vincere, ma a caro prezzo: infatti per lo spav

Il sentiero che raggiunge Servizio inizia dalla piana di Campodolcino (1070 m), nella frazione di Portarezza (segnavia C22), e risale attraversando le case e un pendio erboso fino ad addentrarsi nel bosco; dopo circa un’ora di cammino si raggiunge il nucleo.
Servizio si trova su un piccolo spalto prativo che interrompe la regolarità del profilo del versante destro idrografico della media Val San Giacomo, a valle del pendio boscoso che scende dal nucleo superiore.
L’escursione può continuare seguendo il sentiero che da Servizio sale attraverso un bosco di larici, e dopo circa un’ora raggiunge l’alpe di Servizio (1.953m). Questo alpeggio, posto poco al di sopra del limite superiore della vegetazione arborea, offre uno scenario alpino dominato dal modellamento glaciale, con “rocce montonate” distribuite su un ampio dosso ricco di culminazioni secondarie e avvallamenti con piccole pozze. Una fascia di torbiere ricopre l’avvallamento in contropendenza tra il dosso e il versante che culmina nella cresta nord-est del Motto Alto. Dall’alpe di Servizio il percorso delle Vie dei Carden prosegue sulla destra, dopo una piccola zona umida, scende leggermente fino alla località di Colvedro. Prima di arrivare alla casera e alle baite dell’alpeggio ancora “caricato”, appena sotto il sentiero è visibile un piccolo nucleo con alcuni carden abbandonati. Il sentiero supera le baite e si inoltra nel bosco affrontando una breve salita sotto un netto gradino morfologico per giungere ad una vecchia cava di quarzite, chiamata Cresta del Piano. Dalla cava il sentiero prosegue in quota nel bosco fino a raggiungere, dopo circa un’ora, l’alpe Böcc di fronte a S.Sisto, dove si incrocia la strada agro-silvopastorale, che scende sino a Starleggia per poi prendere la vecchia mulattiera fino a Campodolcino arrivando in località Acquamerla.
  • San Sisto Val Starleggia Baite- photo: clickAlps
  • San Sisto - photo: ClickAlps

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