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Il teatro più piccolo del mondo

In contrada Scilironi, nel cuore della Valtellina, nasce uno spazio di rappresentazione teatrale alquanto bizzarro



Cos’è il teatro più piccolo del mondo?

In località Scilironi, nel comune di Spriana – contrada sul lato destro della strada che sale verso la Valmalenco e illuminato a presepe nel periodo delle festività natalizie – ha fatto tappa il progetto: Le radici di una identita” .

Le radici di una identità, finanzato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, fa capo a Comunità Montana Valtellina di Sondrio e ha interessato ben 19 comuni del Mandamento di Sondrio e sei Univesità italiane. Il progetto è partito nel 2018 per far conoscere e valorizzare beni, luoghi e paesaggi nel territorio. Il Teatro più piccolo del mondo è il fortunato, e per alcuni aspetti inaspettato, esito delle attività avviate a Spriana in collaborazione con il Comune e l’associazione Canova.
  • Scilironi in estate
  • Scilironi in autunno
  • Scilironi in inverno, illuminata a "presepe"

Il teatro più piccolo del mondo

A Scilironi è stata identificata una dimora rurale, da tempo abbandonata, affinchè venisse ristrutturata in maniera filologicamente attenta e partecipata, attraverso una summer school e utilizzata con un nuovo valore.
La rifunzionalizzazione ha portato a chiamare il rustico edificio ristrutturato “Il teatro più piccolo del mondo”, nome stravagante ed efficace, che ha incuriosito la gente.
  • Come appare il teatro più piccolo del mondo dall'esterno

Ma si può davvero definirlo un teatro?

Peter Brook, un grande regista, ha sempre affermato che: teatro è una persona che agisce uno spazio e un’altra persona che guarda.
Quindi con questo presupposto qualsiasi luogo può essere teatro, a prescindere dalla grandezza. E questa graziosa casetta, in località Scilironi, è per definizione un vero e proprio spazio teatrale, appunto il teatro più piccolo del mondo!

L'inaugurazione

Gigliola Amonini ci racconta che nell’ottobre del 2021 ha avuto l'onore di inaugurare questo spazio, composto da una stanzetta di pochi metri quadrati con una parete in pietra viva.

Il format della manifestazione, ideato dagli organizzatori della Comunità Montana, prevedeva performances di breve durata rivolte a piccolissimi gruppi di persone con la continua rotazione di artisti e spettacoli.
Gigliola, in quell’occasione, ha tenuto ben quattro rappresentazioni teatrali nello stesso giorno!

Il suo spettacolo dedicato ad una rilettura della Beatrice Portinari di Stefano Benni si è alternato con esibizioni di musica classica (Alessia Tocchetti e Francesca Albarelli) e di teatro delle ombre (associazione TEA).

Al piano inferiore viene ospitato un piccolo museo etnografico e al piano terra, scavato nella roccia, vi è invece il camerino - che una volta era il luogo dove si allevava il maiale.

Quest'anno, durante il Festival Tramonti d'Arte organizzato dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio, Gigliola ha portato alla seconda edizione del Teatro più piccolo del mondo una performance di musica e poesia dal titolo: DIRUPATA POESIA, con le parole della poetessa Alda Merini e musica dal vivo scritta e composta dal Maestro Ugo Altamore.

Una proposta che ha accolto il favore di un pubblico partecipe e commosso che ha invaso lo spazio teatrale e la contrada.
Gentile e generosa l'accoglienza dei locali, orgogliosi di mostrare gli spazi dell'infanzia, i luoghi del cuore.
  • locandina dell'evento
  • Il maestro Altamore e Gigliola Amonini
  • Il maestro Altamore
  • dettaglio all'interno del teatro

Le radici di una identità

Perchè è così importante questo luogo secondo te, Gigliola?

Perchè attraverso la conoscenza di questa abitazione restaurata si creano circuiti virtuosi, in cui altre persone vogliono riparare, restaurare e trascorrere del tempo buono in questa contrada meravigliosa, seppur abbandonata.
Maggiore è la volontà di creare eventi aggregativi e culturali, maggiore è la propensione delle persone a visitare angoli e ambienti e ad innamorarsene, e quindi prendersene cura. Solo così si fanno sopravvivere i luoghi del cuore. Questo è un esempio di Radici di una identità: radici che ci proiettano nel futuro da un passato fortemente ancorato alla terra, alla pietra, agli spazi di vita. La valorizzazione di un unico fiore che ne rappresenta cento, infiniti, la primavera intera.

Come sono i contradaioli?
Ogni volta che vado a Scilironi, ci vado con gioia! I contradaioli sono tenaci, molto ospitali, mi offrono sempre del buon cibo e vin brulè, hanno voglia di parlare dei luoghi della loro infanzia, che si sentono dentro, a cui sentono di appartenere. Per cui invito chi finora non è mai stato a Scilironi, o ci vuole ritornare, ad andarci, per poter scoprire o ri-scoprire un ambiente che continua ad affascinare ogni giorno sempre di più.

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